La sponda lombarda del Lago Maggiore racconta storie di grande ciclismo. Qui si sono pedalati mondiali, classiche, tappe del Giro d’Italia

Qui sono nati grandi campioni, uno su tutti Alfredo Binda, ma anche tanti oscuri faticatori del pedale come Augusto Zanzi.

Lo Zanzi, il Binda e altre storie su due ruote: un attento osservatore della società come Piero Chiara non poteva non interessarsi delle tante storie di ciclismo intrecciato nella sua amata terra.

Nel centenario della nascita dello scrittore di Luino, Alberto Brambilla ha raccolto gli articoli più interessanti, originali, curiosi, che Chiara ha dedicato al ciclismo.

Sono testi poco noti, in cui le corse, le storie, i campioni, si fondono con l’amore per la propria terra e quei paesaggi un po’ malinconici della “sponda magra” del lago.

Gli incontri con Binda e Gimondi vengono riletti più volte, trovando sfaccettature ed angolazioni diverse e permettendo di vedere il lavoro di bottega del maestro sui pezzi.

Molti però si chiederanno chi è lo Zanzi del titolo e perchè viene affiancato ad un mito del ciclismo come Binda.

La storia di Augusto Zanzi, buon corridore varesino, è una delle trovate più geniali di Piero Chiara e risale al Giro d’Italia del 1968, quando lo scrittore teneva una propria trasmissione televisiva sulla corsa.

Per ovviare alle difficoltà tecniche che spesso impedivano i contatti diretti con la corsa, Chiara costruì un personaggio attorno allo Zanzi, ospitandolo poi nell’ultima puntata della sua trasmissione.

Uno dei tanti aneddoti che intrecciano sport, giornalismo e cultura in quella splendida avventura senza fine che è il Giro.

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