Giro d’Italia 2014, le reazioni

Un buon riscontro quello raccolto dal Giro d’Italia 2014 nel giorno della presentazione. Il percorso è piaciuto, ci sono tante salite, ma non tapponi disumani. Spazio per specialisti delle crono e velocisti, tappe intermedie e meno trasferimenti rispetto al passato se si eccettua quello dall’Irlanda.

Ecco un po’ di voci da Milano di chi ci sarà quasi certamente (Evans e Basso), di chi non ci sarà (Nibali) e di chi ci sta pensando (Quintana).

Nairo Quintana: “Un bel percorso, mi piace, l’ultima settimana è molto impegnativa. La cronometro è molto lunga e questo non mi piace. Ora vedremo i percorsi di Tour e Vuelta e poi decideremo cosa fare”.

Vincenzo Nibali: “E’ un Giro ben disegnato, un percorso affascinante. La cronometro in Piemonte può essere molto importante strategicamente anche se poi ci saranno tante montagne. E’ un Giro per un corridore forte su tutti i terreni”

Ivan Basso: “E’ un Giro equilibrato tra salite e cronometro. Le salite più dure sono nel finale, ma attenzione anche alle tappe della prima settimana. La mia esperienza mi insegna che anche le prime tappe potrebbero essere insidiose. Sarebbe bello coronare la mia carriera vincendo un terzo Giro d’Italia sullo Zoncolan. E’ difficile, ma niente è impossibile”

Michele Scarponi: “E’ un Giro d’Italia che diventa sempre più difficile man mano che passano le tappe. Mi auguro di non perdere terreno nella prima parte e risparmiare energie per il finale”

Cadel Evans: “La prima settimana sembra facile, ma come sempre bisogna stare attenti per evitare problemi. Nella settimana finale, si deve gestire la vostra forza ed essere pronti per le grandi montagne”

Nicholas Roche: “Ero troppo giovane per prendere parte al Tour de France nel 1998, quando è iniziato in Irlanda, e farò tutto il possibile per essere al Giro il maggio prossimo”

Filippo Pozzato: “Ci sono tante tappe per scalatori e velocisti, ma per corridori come me non c’è molto”.

Andrea Monti, direttore Gazzetta: “Questo è un Giro umano. Sì, è la gara più dura nel paese più bello del mondo, ma non chiede troppo. Il Giro e il ciclismo non hanno bisogno di un supereroe. Hanno bisogno di uomini che vincono in modo credibile.”