Prudhomme: Il Tour de France 2015 con i campioni

E’ un bilancio positivo su tutta la linea quello il giorno dopo la conclusione del Tour de France traccia il Direttore della Grande Boucle, Christian Prudhomme. Un vincitore che Prudhomme indica come il migliore su tutti i terreni, una corsa avvincente ogni giorno e tanto, tantissimo pubblico, soprattutto nei tre giorni in Yorkshire. 

Naturalmente anche a Prudhomme è stato chiesto un parere sui ritiri di Contador e Froome e su cosa sarebbe successo con i due favoriti della vigilia in corsa fino alla fine: “Nibali aveva già un bel vantaggio quando è caduto Contador, ha costruito la sua vittoria al Tour con metodo e intelligenza, credo che avrebbe vinto ugualmente” è l’analisi di Prudhomme, che certo però si augura qualcosa di più per il Tour de France 2015: “Sogno un Tour con Nibali, Contador, Froome e Quintana”.

Ma con il Direttore della corsa più importante del mondo si può parlare di ciclismo più ad ampio raggio, di prospettive e programmi, di globalizzazione e doping. Questo è stato l’anno del ritorno ad un podio di corridori tutti provenienti da paesi classici, senza le nuove scuole australiane, britanniche o americane. “Il ciclismo non deve rinunciare a conquistare nuovi mercati, ma se c’è uno sport dove le radici sono importanti questo è proprio il ciclismo” spiega Prudhomme, che poi parla di doping e della Astana in mano a Vinokourov, già squalificato per una positività al Tour del 2007: “Il ciclismo è cambiato, insieme ai controlli, soprattutto grazie al passaporto biologico. La Astana fu esclusa dal Tour del 2008 ma da allora le cose sono cambiate molto e in maniera pertinente. E’ normale che la gente si faccia delle domande sulla limpidezza del vincitore del Tour de France, ma Nibali ha dominato i suoi avversari senza schiacciarli e in questo vedo un segno positivo. La stranezza è che le stesse domande non sorgano in altri sport”.

Infine Prudhomme ha rimarcato lo straordinario successo di pubblico della partenza in Yorkshire, “un evento che segnerà un prima e un dopo”, e il fatto che in questa edizione non ci siano state tappe di transizione, “ogni giorno è successo qualcosa”.