Michal Kwiatkowski, l’iride in Polonia

All’interno video, foto e interviste – Finisce all’outsider Michal Kwiatkowski il Mondiale di Ponferrada. Il polacco ha anticipato i corridori più forti prima dell’ultima salita, con Gerrans che ha poi battuto Valverde nello sprint degli sconfitti. L’Italia ha animato la corsa, ma nel finale non ha più potuto fare nulla quando sono entrati in gioco i pezzi da novanta.

Pronti via è subito partita la classica fuga di comprimari con il colombiano Quintero, l’ucraino Polivoda, il croato Kvasina e il lituano Savickas. Il gruppo ha lasciato fare pedalando con calma i primi passaggi, nei quali l’unica nota di cronaca è stata una scivolata senza conseguenze di Nibali. Poi la Polonia ha preso con forza le redini del gruppo abbattendo giro dopo il quarto d’ora preso dai quattro al comando.

Gli azzurri a guidare il gruppo
Gli azzurri a guidare il gruppo

A far cambiare davvero una corsa monotona e fin troppo lineare sono stati gli azzurri ad un’ottantina di km dal traguardo. Bennati ha dato il là ad un forcing in discesa, continuato poi da Aru sulla successiva salita. Dalla bagarre si è sganciato un gruppetto di una dozzina di uomini che ha definitivamente annullato la fuga del mattino. Tra gli attaccanti anche Giampaolo Caruso e Giovanni Visconti, ma anche Vanmarcke e Wellens per i belgi, Navarro per gli spagnoli, Albasini per gli svizzeri e Tony Martin per i tedeschi. Quest’ultimo però se ne è andato restando inutilmente per un giro intero con una trentina di secondi di vantaggio sugli altri attaccanti, primo segnale di un Mondiale disegnato davvero male dai tedeschi.

Parte la fuga di De Marchi
Parte la fuga di De Marchi

L’Australia del favorito numero uno Gerrans ha dovuto riparare alla situazione prendendo il comando del gruppo, ma non ha dimostrato quella forza che ci si aspettava. La Francia ha dato un ulteriore impulso alla rincorsa ma è stata soprattutto la poca collaborazione tra i fuggitivi a far saltare la fuga, dopo che Visconti aveva tentato un ultimo assalto. Gli azzurri sapendo di non disporre di una carta vincente per il finale sono ripartiti all’attacco con De Marchi, in un terzetto assieme a Gautier e Andersen. Più avanti anche una bella locomotiva come Kiryenka si è aggiunta all’attacco, facendo finalmente uscire allo scoperto gli spagnoli, costretti all’inseguimento. La determinazione di De Marchi ha sostenuto la bella fuga, ma il gruppo si è avvicinato notevolmente, ancora forte di ottanta corridori e tutti i corridori più veloci.

A metà dell’ultimo giro, tra la prima e la seconda salita ecco l’episodio decisivo: con i quattro al comando ormai braccati dal gruppo ecco l’attacco di Michal Kwiatkowski al termine della discesa. In un attimo il polacco si è riportato davanti con un’azione portentosa e all’inizio dell’ultimo strappo ha lasciato sul posto De Marchi e compagni. Spagnoli, australiani e belgi hanno atteso un attimo di troppo: Rodriguez ha poi dato la sua stoccata scatenando la reazione di tutti i pezzi da novanta, Gerrans, Gilbert, Van Avermaet, Breschel, e Valverde che ha provato a rilanciare. Ma Kwiatkowski ha scollinato con una manciata di secondi di vantaggio e la discesa ben disegnata l’accompagnato verso l’ultimo km con un margine sufficiente, tanto più che dietro il solo Gilbert si è speso nel gruppetto per aiutare Van Avermaet. Per il polacco titolo mondiale, il primo regalato al suo paese. A Gerrans la volata dei battuti davanti al solito Valverde, sesto podio mondiale senza mai vincere, e Breschel, poi Van Avermaet e Gallopin, rientrato in extremis.

Poco più dietro il il gruppo più numeroso con i velocisti, Kristoff davanti a Degenkolb e Bouhanni, e nel mezzo, solo 13°, il primo azzurro, Sonny Colbrelli.

kwiatkowski-ponferradaHa vinto la qualità e lo spirito di squadra, Kwiatkowski e la Polonia. Un top player in divenire che ha colto l’attimo con classe e coraggio. La Spagna è ancora la grande sconfitta: ha preso una medaglia, ma ha corso in maniera sconclusionata, senza mai dare l’impressione di essere una vera squadra. Molto meglio i belgi, pur fuori dal podio, ma con una condotta di gara più pulita. Anche gli australiani hanno corso bene, anche se ce li si aspettava un po’ più forti. Gerrans comunque è stato battuto solo da un colpo di genio e classe. Male i tedeschi, mai compattati attorno a Degenkolb.

E gli azzurri? Un Mondiale positivo, ma i risultati modesti rispecchiano i valori della squadra. L’Italia ha corso da squadra, unita, con generosità, anche se nel finale si sono confermati i timori della vigilia di una formazione senza grande qualità, senza uomini vincenti. Il nostro movimento esprime di meglio, ma evidentemente i tanti stage, ritiri, allenamenti di questa stagione azzurra, non sono serviti a far arrivare in forma i corridori più portati a questo percorso, ci riferiamo per esempio a Trentin e Nizzolo.

LE INTERVISTE

Michal Kwiatkowski: “La squadra ha fatto un lavoro incredibile. Abbiamo deciso di stare davanti e concentrati per tutta la corsa. Non riesco a crederci. Mi sentivo benissimo fin dalla partenza e poi per tutta la corsa. Ho dato tutto sulla salita finale e sono riuscito a mantenere un piccolo vantaggio. La dedica è alla mia fidanzata Agatha, alla mia famiglia e alla Polonia”

Alejandro Valverde: “Avevo una missione e l’ho centrata. Stavo bene, avrei voluto vincere ma con questa sono sei medaglie. La corsa è stata dura, si è spezzata, anche se mancava un po’ di durezza nel percorso”

Joaquim Rodriguez: “Kwiatkowski è stato fortissimo. E’ partito abbastanza da lontano ed ha vinto. Pensavo che da dietro saremmo rientrati. Il percorso non era duro, non era il percorso migliore per noi. La pioggia ha reso la corsa più selettiva. Credo che abbiamo lavorato bene, era difficile prendere una medaglia su questo percorso. Valverde voleva partire negli ultimi metri della salita finale. Poi abbiamo anticipato un po’, sono partito io e Valverde è riuscito ad andarsene con un gruppetto. Purtroppo non sono tornati su Kwiatkowski”

1 Michal Kwiatkowski (Poland) 6:29:07
2 Simon Gerrans (Australia) 0:00:01
3 Alejandro Valverde (Spain)
4 Matti Breschel (Denmark)
5 Greg Van Avermaet (Belgium)
6 Tony Gallopin (France)
7 Philippe Gilbert (Belgium) 0:00:04
8 Alexander Kristoff (Norway) 0:00:07
9 John Degenkolb (Germany)
10 Nacer Bouhanni (France).