Giro d’Italia 2015, vince lo spettacolo, perde la Rai

Numeri, somme e percentuali il giorno dopo la conclusione del Giro d’Italia 2015 per certificare che la corsa ha creato interesse e spettacolo. Tutte le tappe hanno mostrato un trend in sensibile crescita in quanto ad ascolti tv rispetto allo scorso anno. Il percorso e l’atteggiamento battagliero dei corridori, la presenza di Contador e la conferma di Aru, le sorprese e i colpi di scena ad ogni tappa hanno riportato tanta gente a guardare il Giro.

La tappa più seguita è stata la penultima, quella con la crisi di Contador sul Finestre e la vittoria di Aru al Sestriere. La tappa è stata seguita da quasi tre milioni e mezzo di persone complessivamente tra Rai sport 1 e Rai Tre. Complessivamente il Giro d’Italia 2015 ha registrato 42 milioni di ascoltatori nelle 21 tappe, contro i 36 milioni del Giro dello scorso anno. Molto bene sono andate le tappe del Mortirolo e la crono di Valdobbiadene, 2 milioni e 600 mila telespettatori a testa.

Ma quanto merito ha la Rai in tutto questo? Crediamo non molto. La novità dell’ultra motion ci è sembrata un orpello inutile se non usato in situazioni particolari come le volate o le discese dove è impossibile cogliere ogni dettaglio a velocità normale. La qualità giornalistica è rimasta scadente, quattro voci durante la diretta che ripetono le stesse cose senza aggiungere qualcosa di nuovo come era invece ai tempi delle disamine tattiche di Savoldelli e della conoscenza e passione di Bulbarelli e Cassani. A cosa serve avere due moto cronaca in corsa se poi tutto il loro apporto è la stessa cronaca che può fare chiunque dal palco? Il Processo è un trionfo di retorica, l’Anteprima un discutibile collage di geologia, meteorologia, storia e quant’altro. E per sigillare tutto ecco nel gran finale l’ampolloso intervento del team leader Fabretti ad annunciare tra varie sviolinate che il Giro l’ha vinto Aru. Per fortuna ci hanno pensato i corridori a fare bello il Giro d’Italia 2015!