Giro d’Italia, la corsa alla maglia rosa

Nove giorni di Giro d’Italia. Nove giorni di cadute e ritiri, di volate, di giovani campioni e attesa per le grandi montagne. Anche se le salite decisive del Giro d’Italia devono ancora arrivare, la prima parte di corsa ha già dato segnali importanti. Più sensazioni che certezze, ma la corsa alla maglia rosa ha già assegnato dei ruoli e delle ambizioni. Quel che è certo è che il Giro è molto livellato ed incerto, una storia ancora molto lunga ed appassionante ad attenderci nelle prossime due settimane sulle grandi montagne. 

La BMC
La BMC

Cadel Evans – E’ diventato subito il punto di riferimento della corsa. Più forte di un anno fa, anche se il suo vantaggio è stato costruito più dalla fortuna che da azioni memorabili. Ma dopo una carriera non certo baciata dalla fortuna Evans merita un occhio di riguardo dalla dea bendata. Ha classe ed esperienza, determinazione e personalità, ma i 37 anni sono anche un’arma a doppio taglio. A questa età avrà ancora la costanza giorno dopo giorno fino alla fine del Giro?

La sua BMC è fortissima su piano e nei percorsi misti, un po’ meno in montagna dove il solo Morabito sembra poterlo aiutare in maniera determinante. Con il vantaggio già accumulato in classifica diventa importantissima anche la crono piemontese per Evans. Potrebbe guadagnare ancora un minuto ed anche oltre su Quintana e gli altri avversari, e i distacchi in classifica allora comincerebbero a diventare pesanti.

Nairo Quintana – E’ il corridore che può ribaltare il Giro d’Italia. Non è ancora al top, ha sofferto molto per la caduta di Cassino, ma forse è condizionato anche dalle poche corse pre-Giro e dal fatto di essere stato portato alla corsa rosa controvoglia per volere della squadra. Fatto sta che il miglior Quintana ieri avrebbe seguito Pozzovivo e non sarebbe rimasto sempre sulla difensiva. Ma se da Oropa in poi il colombiano trovasse condizione e motivazione formato Tour allora la maglia rosa non sarebbe troppo lontana.

Rigoberto Uran – Una solida prima parte di Giro, senza acuti ma senza flessioni. Dopo i pochi risultati degli ultimi mesi qualche dubbio c’era. Vedremo se avrà gamba e personalità sufficiente quando la sfida salirà di tono in questa sua prima volta da leader in una grande squadra.

Domenico Pozzovivo
Domenico Pozzovivo

Domenico Pozzovivo – In salita ha fatto un’impressione straordinaria. E’ il miglior Pozzovivo di sempre, un Pozzovivo diverso, molto maturato, più convinto e determinato che mai. Può fare anche una buona crono e poi da Oropa cominceranno le sue salite. Finora il suo handicap è stata la continuità, ma questo Pozzovivo crediamo che possa andare fino in fondo e lottare per le posizioni sul podio.

Fabio Aru – Con la caduta di Scarponi è stato promosso leader della Astana. Per il 24enne sardo un impegno importante, ma con un team esperto e di qualità alle spalle che può alleggerirgli la pressione. E’ un talento puro, il nostro uomo da corse a tappe per il futuro, se gestisce la responsabilità può fare il risultato.

Rafal Majka – E’ già una sicurezza. Ha le capacità tipiche del gran corridore da corse a tappe, serenità e solidità, migliorerà certamente il settimo posto dello scorso anno.

Wilco Kelderman – Molto cresciuto rispetto ad un anno fa. Ha solo 23 anni e l’ultima settimana per grimpeur e fondisti non è nelle sue corde ma potrà difendere un bel piazzamento.

Diego Ulissi – E’ la punta di diamante di quella nuova generazione di corridori italiani che avevamo pronosticato tra i grandi protagonisti del Giro d’Italia. Visto che le cadute hanno tagliato fuori dalla classifica Niemiec e Cunego potrebbe provarci, anche se la sfida è un po’ prematura e sopra le sue caratteristiche.

Ivan Basso – Si pensava ad un’uscia di scena alla prima difficoltà. Invece il varesino sta lottando abbastanza bene. Non è più il Basso in rosa di quattro anni fa ma la terza settimana potrà dargli l’opportunità di chiudere il Giro non così mestamente come tutti temevamo.