Nibali da Conegliano al Tour de France

Foto di gruppo al Gran Galà di Conegliano
Foto di gruppo al Gran Galà di Conegliano

Appena archiviata una grande stagione, Vincenzo Nibali comincia già a sognare i traguardi per il 2014. Il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia è stata la stella del Gran Galà di Conegliano, la grande festa che ha tributato un omaggio ai campioni del pedale che si sono distinti in questo 2013. Un Gran Galà che quest’anno ha raggiunto la sua 29° edizione.

Nibali, affiancato sul palco dal giovane compagno di squadra Fabio Aru, ha raccolto naturalmente l’applauso più fragoroso. “Il podio finale del Giro a Brescia è stato il momento più bello della stagione, immerso in un clima e un’atmosfera incredibile. Desideravo vincere il Giro con tutte le mie forze, ed esserci riuscito mi riempie d’orgoglio.”

Per l’anno prossimo, però, lo Squalo sogna in giallo: “Il Tour de France l’unico grande giro che mi manca, e già due anni fa riuscii a centrare il podio su un percorso che non mi favoriva: quest’anno voglio partire per provare a vincerlo, lo devo a tutti i tifosi italiani che mi sostengono con calore.”  Cosa lo attenderà sulle strade della Grande Boucle, Vincenzo lo scoprirà il prossimo 23 Ottobre, quando sarà svelato il percorso della prossima edizione: la ASO, rappresentata a Conegliano da Jean Michel Monin, non lascia trapelare alcuna anticipazione.

Impossibile, però, non tornare sul tema mondiale: “Sono più deluso del 4° posto a Firenze rispetto al secondo alla Vuelta – confessa Nibali, vincitore al Gran Gala del Premio Speciale “Atena d’Argento”-GP Barnabò Pietro e del Premio Italia  Professionisti – GP Banca della Marca – nel finale ho provato a giocarmela, sapendo di essere meno veloce di Valverde, e non ho risposto allo scatto di Rui Costa pensando che l’avrebbe fatto lo spagnolo. Ha detto che non aveva le gambe, ma in salita non sembrava…”

Critico nei confronti della tattica spagnola anche un grande esperto di maglie arcobaleno come Oscar Freire, che ha conquistato due dei suoi tre mondiali proprio in Veneto, a Verona: “Quest’anno la Spagna ha buttato via il Mondiale, ma se dovessero organizzarne un altro a Verona, quasi quasi torno in sella anch’io!”

Per un tre volte iridato del recente passato, il Gran Gala ha presentato al grande pubblico due giovani campioni del mondo Under 23: lo sloveno Matej Mohoric, rivelazione di Firenze 2013, e il biker Gerhard Kerschbaumer, accompagnato dal DS Massimo Ghirotto, e altri giovani già affermati come Matteo Trentin, vincitore di tappa al Tour de France, o in cerca di consacrazione, come Andrea Zordan – vincitore del Premio Italia Under 23 – GP La Tiesse e prossimo al passaggio da prof con la Androni – e Francesca Cauz, giovane scalatrice veneta già selezionata da Dino Salvoldi per il mondiale fiorentino.

Proprio il CT della nazionale femminile ha ritirato il Premio Italia Donne – GP 2M Decori conquistato da Giorgia Bronzini, mentre un altro stimatissimo tecnico italiano come Luca Guercilena è stato premiato per i successi conquistati in campo internazionale con la Radioshack di Fabian Cancellara.

Per la quinta volta in sei anni, il Mondiale Costruttori è finito nelle mani di Specialized, con l’ex professionista Giampaolo Mondini a ritirare il prestigioso trofeo, mentre lo storico campione di ciclocross Renato Longo ha ricevuto insieme a Giacomo Salvador il meritato riconoscimento per i campionati italiani di categoria organizzati nella sua Vittorio Veneto.

Alle porte di un’annata che segnerà il decennale della scomparsa di Marco Pantani, la firma della “Gazzetta dello Sport” Pier Bergonzi ha dedicato un sentito ricordo allo scalatore romagnolo, che sarà più volte rievocato sul percorso del prossimo Giro d’Italia al via da Belfast.

Infine, come sempre il Gran Gala ha dedicato un momento a un’importante iniziativa di solidarietà, rappresentata da un testimonial d’eccezione come Jury Chechi: la ONLUS Opera della Marca, creata dalla fondazione “Oltre il Labirinto” e da Banca della Marca, ha lanciato il progetto “Hugbike”, uno speciale tandem sul quale il guidatore sul sellino posteriore “abbraccia” il passeggero anteriore, e nel cui lavoro di realizzazione vengono coinvolte persone autistiche.

“Si tratta di un progetto meraviglioso  – racconta Chechi – perché la bici è in grado di portare grandi emozioni anche alle persone disabili. Questo progetto apre a tutti la possibilità di pedalare, creando anche un’importante opportunità di inserimento umano e professionale.”