Contador: Queste sono le tappe che la gente ricorda

All’interno 8 interviste – Emozioni e colpi di scena uno dietro l’altro: la maglia rosa Contador in ritardo ed attaccato per colpa di una foratura, l’attacco della Astana, la spettacolare rimonta dello spagnolo, le difficoltà di Aru e l’incredibile forza di Landa in montagna. Il Mortirolo non tradisce mai le attese e anche stavolta ha regalato una giornata di grandissimo ciclismo, una di quelle tappe che si ricorderanno a lungo come poi ha ribadito lo stesso Contador a fine corsa, una volta salvata e rafforzata la sua maglia rosa. 

Contador ha superato l’ennesima avversità di questo Giro d’Italia che sta diventando un percorso ad ostacoli per lui. Un Contador che ad ogni colpo avverso del destino è sempre più forte, come i Campioni veri. Oggi si è trovato in una situazione davvero complicata, che ha rischiato di far ribaltare il Giro d’Italia dopo la foratura in cui è incappato nella discesa dell’Aprica e che ha scatenato Katusha e Astana. Ma non è mai andato nel panico, ha ragionato su ogni movimento, ha sfruttato la squadra fin dove possibile e poi ha dato il là alla rimonta ma senza strafare. Ha cercato e trovato le collaborazioni giuste e se vogliamo cercare un errore pensiamo che abbia solo scoperto le carte troppo presto nel finale, chiamando all’attacco Landa quando forse poteva ancora attendere e giocarsi la tappa in volata.

Questo Mikel Landa è la sorpresa non del Giro ma della stagione. E’ un grimpeur da favola, ha una facilità di pedalata in salita davvero eccezionale, e chissà cosa avrebbe fatto se fosse partito subito per fare classifica. La Astana ora è nelle sue mani, visto che Fabio Aru è uscito sconfitto, ma non ridimensionato, da questo Mortirolo che aspettava tanto. Pensiamo che il sardo paghi il vuoto di preparazione avuto a fine aprile e una prima parte di Giro un po’ troppo esuberante. Vedremo come ora la squadra kazaka gestirà questo ormai inevitabile ma delicato passaggio di consegne, perchè Landa sta volando ma Aru è sempre un giovane campione da proteggere. Di sicuro questo Giro d’Italia che si avviava all’ultima parte sotto una scontata egemonia di Contador è invece più vivo e emozionante che mai.

Ecco le interviste da Aprica.

Contador, Kruijswijk e Landa
Contador, Kruijswijk e Landa

Alberto Contador: Tinkoff Saxo: “E’ stata una tappa complicata per me però l’abbiamo superata e sono davvero contento. Il ciclismo non è matematica, ci sono le cadute, le avarie…In questo Giro d’Italia mi sta succedendo un po’ di tutto, forature, incidenti, però l’importante è recuperare da tutto questo. Questo è il ciclismo e le tappe che la gente ricorda. Ho avuto una foratura durante la discesa, Ivan Basso mi ha dato una ruota perché ha gli stessi rapporti che uso io, ma davanti stavano andando a tutta velocità, ed era impossibile chiudere immediatamente il gap. Sul Mortirolo ero concentrato nel mantenere la mia velocità, è stata come una crono, non potevo perdere il morale, ho dovuto mantenere la calma e concentrarmi sulla strada da percorrere. La parte finale per me è stata difficile. Mi sarebbe piaciuto aiutare Kruijswijk. A Landa posso solo dire: chapeau. Kruijswijk avrebbe meritato la vittoria, ma ognuno ha i propri interessi e lo rispetto. Sono contento con le differenze che ci sono in classifica. Devo ringraziare la squadra che è stata eccezionale, senza di loro non avrei potuto difendere la maglia rosa. La gente dimentica che la mia squadra è in testa alla gara dall’inizio della tappa ogni giorno”.

Michael Rogers, Tinkoff Saxo: “Penso che sia stata una grande prestazione della squadra e vedo che ci sono state critiche da persone al di fuori che non riusciamo ad aiutare Alberto sulle salite. Ma dimmi quale squadra avrebbe potuto fare quello che abbiamo fatto oggi per farlo tornare in buona posizione prima del Mortirolo. Poi, certamente, Alberto ha trasformato una situazione negativa in una positiva e ha anche aumentato il suo vantaggio. Se non ci fosse stato l’inseguimento nella valle avremmo impostato il ritmo per Alberto prima della salita per metterlo in una buona posizione. Alla fine della giornata, siamo ancora qui, ancora combattendo e abbiamo ancora la maglia rosa e abbiamo intenzione di continuare a combattere fino in fondo”.

Mikel Landa, Astana: “E’ stata una giornata perfetta per me, anche più di domenica. Avevamo visto che Contador aveva un problema e ne abbiamo approfittato. La Katusha è andata a tutta e noi abbiamo collaborato. Sul Mortirolo Aru non stava bene e mi ha detto che potevo andare. Nel finale Contador e Kruijswijk hanno cominciato a giocare per cercare di vincere la tappa. Non pensavo di essere così superiore a loro, dall’ammiraglia mi hanno detto di provare, non pensavo di essere così forte.”

Fabio Aru, Astana: “Ho sofferto per 40 km, avrei potuto perdere anche venti minuti. Onestamente non è stato uno dei giorni più belli della mia carriera. Ho sofferto molto e ho pedalato di più con la testa che le gambe. Ho continuato a combattere così che non ho perso tutto. Mikel si sentiva bene e così è stato giusto che abbia avuto modo di giocare le sue carte. Ha vinto la tappa e se qualcuno si sente meglio di te, gli ordini di squadra possono cambiare. Questo è giusto”

Iurii Trofimov, Katusha: “Sono contento del risultato e del modo in cui ho fatto la corsa. E’ stata una tappa molto dura con tutte queste salite e soprattutto il Mortirolo, una salita durissima che sembrava non finire mai. Ma mi sentivo bene oggi durante la tappa e la squadra ha fatto lavoro incredibile per me. Abbiamo fatto un grande attacco in discesa dopo l’Aprica. Più tardi i ragazzi mi hanno sostenuto davanti e nei primi km del Mortirolo. Voglio ringraziare la squadra per questo. Alla fine ho fatto tutto il possibile per avvicinarmi ai battistrada. Era impossibile riprenderli, ma comunque ero vicino e sono stato in grado di ottenere un buon quarto posto. Ci sono ancora alcune tappe veramente dure e importanti, c’è ancora da lottare.”

Damiano Caruso, BMC: “E’ stata proprio come l’altro giorno, dura, molto dura. Ho avuto un buon aiuto dai compagni, soprattutto prima del Mortirolo. Continuo a provare ma le distanze cominciano ad essere importanti in classifica e ci sono ancora diversi giorni difficili”

Przemislaw Niemiec, Lampre Merida: “La partenza è stata durissima, sia perché la strada era subito in salita, sia per le condizioni climatiche caratterizzate da pioggia e freddo. Una prima selezione è stata quindi naturale, poi c’è stata la battaglia per la fuga: ero molto concentrato, volevo giocarmi bene le mie opportunità e sono riuscito a evadere dal gruppo. Purtroppo, come accaduto già domenica nella mia precedente esperienza in fuga, il gruppo non ci ha dato spazio”.

Stefano Pirazzi, Bardiani CSF: “E’ stata una tappa veramente difficile. Il gruppo si è rotto dopo il primo passaggio sull’Aprica e purtroppo non ero nelle prime posizioni. Ho preso il Mortirolo abbastanza dietro con distacco dal gruppetto di testa. Sono salito forte, sceso altrettanto veloce la successiva discesa ed infine dato tutto sulla salita finale verso Aprica. La gamba è buona, ora bisogna trovare la fuga giusta per tentare di conquistare un grande risultato”.