Paris Roubaix, il sogno di Niki Terpstra

Il sogno di Terpstra, la mezza delusione di Boonen, le recriminazioni di Vanmarcke, l’orgoglio di Degenkolb e tutte le altre reazioni della splendida Paris Roubaix 2014.

niki-terpstra-roubaixNiki Terpstra: “Mi sento felice, ma davvero stanco. Quando siamo rientrati nell’ultima parte di pavè Wilfried Peeters ci ha detto che in volata avremmo corso per Boonen,  ma di provare ad attaccare se ce la facevamo. Così ho attaccato. Quando ho guardato dietro ho visto che c’era un buco, quindi era solo da andare a tutta verso il traguardo senza guardare più indietro. Quando ho attraversato la linea del traguardo è stato davvero speciale. Sono così soddisfatto. Finalmente ho vinto una grande classica. Avevamo una sana pressione all’interno del team, quella che ci spinge a fare bene. Abbiamo vinto un sacco di gare, ma non un grande classica quest’anno. Oggi abbiamo davvero dimostrato che siamo una squadra forte che può anche vincere le gare più importanti. Quanto a me, due anni fa ero quinto, e l’anno scorso ero terzo. Se si riesce a finire nella top 10 qui è possibile anche, con un po ‘di fortuna, vincere. L’anno scorso ero molto vicino e quest’anno l’ho fatto. Fin da quando ero un bambino e ho iniziato con il ciclismo, la Paris Roubaix è stata la gara più speciale per me. Ora ho vinto. E’ un sogno che si avvera. La Paris Roubaix è una corsa folle, vecchio stile, ma è per questo che è speciale e perché mi piace tanto. E’ stato davvero il mio giorno fortunato.

Tom Boonen: “Mi complimento con Terpstra per il successo. Quando ha attaccato aveva già tirato diversi chilometri per rientrare. Gli ho detto che se ce la faceva poteva attaccare, perchè era il segnale di essere il più forte. Ma avrei voluto vincere io, avevo delle buone gambe, ma a 30 km dall’arrivo il cambio ha cominciato ad avere dei problemi. Credo che senza quel problema sarei rimasto davanti, è un peccato. IN fuga era difficile motivare gli altri con quel vento contrario, solo Thomas collaborava. Nel finale Boom mi è caduto davanti, non riuscivo a rimettere il pedale e ho perso un centinaio di metri. Ho avuto molta sfortuna”

John Degenkolb: “Sono orgoglioso del risultato e di come la squadra ha interpretato la corsa. Questo è il mio primo podio in una classica monumento, è una bella sensazione. Ho avuto qualche problema ma con l’aiuto della squadra sono riuscito a rientrare. De Backer è stato davvero importante, mi ha portato in posizione perfetta per fare lo sprint. Ho deciso di concentrarmi sullo sprint piuttosto che rincorrere Terpstra, sono ancora giovane ed avrò il tempo per crescere”

Fabian Cancellara: “E’ stata una gara molto tattica, la Omega Quickstep ha corso molto bene. E’ stato un finale duro, altre squadre avevano due corridori, io ero da solo, non avevo scelta. Era normale che non ci fosse collaborazione dopo il Carrefour de l’Arbre. Ho provato, Vanmarcke ha provato, Degenkolb ha provato, ma ovviamente la Omega Quickstep ha giocato le sue carte e così la squadra più forte ha vinto. C’è stato forte vento e questo ha condizionato la corsa, poi la caduta con Roulston che mi ha costretto a cambiare bici. La Roubaix è così, sono stanco e un po’ deluso, ma arrivando sul podio, viste le circostanze, devo essere soddisfatto. Quando Boonen ha attaccato non eravamo preoccupati, mancava molto, c’era vento contro e tanti corridori in gruppo. Sapevo di dover aspettare, non avevo così tante carte da giocare. E con venti-trenta corridori e il vento contro non era il momento di privare. Son contento della mia primavera, sono finito sul podio nelle ultime 12 classiche monumento, io vengo considerato solo per le vittorie ma in realtà anche questo non è male”

Dirk Demol, Ds Trek: “Probabilmente oggi il terzo posto era il massimo risultato possibile. Non avevamo Devolder, che sarebbe stato il più forte con Cancellara per il finale. E’ caduto Popovich, poi Rast, quindi Roulston e Cancellara. Ci è costato molto recuperare. E’ un terzo posto enorme”

Sep Vanmarcke: “Sono deluso, penso di essere stato uno dei corridori più forti in questa Paris Roubaix. Non mi rimprovero niente, ma il vento contrario e il fatto che nessuno volesse collaborare ha reso tutto difficile. Quando Terpstra ha attaccato non volevo chiudere, l’avevo già fatto prima, ed ho esitato. La squadra è stata molto forte, abbiamo fatto quello che avevamo programmato attaccando nei momenti giusti. Purtroppo non siamo stati premiati. Sono stato davanti in tutte le classiche ma alla fine mi ritrovo a mani vuote”.

Bradley Wiggins: “C’è un po’ di delusione, avevo delle belle gambe, anche nel finale mi sentivo forte. Non mi dispiace ammettere che è stato un vero onore essere lì nel finale passando Boonen sul Carrefour de l’Arbre o arrivare nel velodromo con il gruppo di Cancellara. Essere nella top ten penso sia un buon risultato. Non ci sono molti vincitori del Tour de France che sono arrivati tra i primi dieci alla Roubaix, è una bella cosa.”