Nibali: Sono un simbolo dello sport pulito

Ancora tre settimane e poi la Commissione Licenze darà il suo verdetto sul caso Astana, e la conferma o revoca della licenza World Tour. Ieri è stata una giornata particolarmente importante. Di fronte alla Commissione licenze sono arrivati Alexandre Vinokourov e una delegazione della Astana, e alcuni membri dell’Istituto di scienze dello sport dell’Università di Losanna. In una riunione durata ben nove ore si è dibattuto sul dossier redatto dall’Istituto, richiesto dall’Uci per iscrivere la Astana al World Tour, e che accusa la squadra kazaka di non aver compiuto le politiche antidoping necessarie.

Ora la Commissione darà il suo verdetto il 24 aprile, ma il caso non finirà qui. Qualsiasi sia la decisione della Commissione, dentro o fuori dal World Tour, ci sarà un ricorso al Tas che richiederà altri due mesi di tempo. Si arriverà dunque alla vigilia della partenza del Tour de France per sapere se la Astana sarà definitivamente una squadra World Tour o no.

Chiaramente non è una situazione facile, soprattutto per Vincenzo Nibali, che rischia seriamente di trovarsi con una squadra che non avrà il diritto di correre il Tour de France, e che potrebbe non ricevere una wildcard in extremis. Sarebbe l’ennesimo clamoroso autogol del ciclismo. E proprio ieri Nibali ha inviato per mano del suo avvocato una mail a Pierre Zappelli, presidente della Commissione licenze. Nel testo Nibali rivendica il percorso immacolato della propria carriera, cercando di minimizzare i casi di doping degli altri corridori della Astana: “Nibali è conosciuto in tutto il mondo come un simbolo della lotta al doping e crediamo sia molto importante per una squadra avere un leader di questo livello sul piano etico. E’ fondamentale per la credibilità della squadra perchè il leader è il corridore per cui tutti lavorano e l’uomo che con la sua onestà dà credibilità al lavoro”.

“Pensiamo che la squadra che vince il Giro 2013 e il Tour 2014 e lo fa con il suo leader Vincenzo Nibali, il numero uno del ciclismo mondiale, tanto a livello tecnico tanto come simbolo di uno sport onesto, deve continuare a partecipare a tutte le competizioni”.