Italia, il 2015 è giovane

E’ cominciata decisamente bene la stagione 2015 del ciclismo per l’Italia. Perchè si è vinto, ci si è piazzati, ma soprattutto perchè sono stati i giovani a far vedere le cose migliori. Sono soprattutto tre i nomi che si sono messi in grande evidenza in questo avvio di stagione. Il più evidente è quello di Matteo Pelucchi, vincitore di tutte e due le volate alla Challenge Maiorca, battendo una volta Viviani e un’altra Greipel. Vittorie sonanti, insomma, tanto che anche dalla Iam Cycling si parla di un Pelucchi nuovo. 

“Il lavoro di resistenza fatto durante l’inverno ha pagato” ha analizzato Pelucchi dopo la seconda vittoria, domenica scorsa “Sono andato bene in salita, ho sofferto più il freddo delle salite in effetti”.

L’impressione lasciata dal velocista cresciuto nella Trevigiani è stata davvero notevole. Si può pensare ad vero salto di qualità per Pelucchi, all’ingresso in pianta stabile nel club dei grandi velocisti internazionali, pur dovendo ancora rimanere con i piedi per terra.

L’altro motivo veramente piacevole di questo inizio di stagione per l’Italia è la rinascita di Moreno Moser. Non si poteva perdere così un talento come Moser. In Australia lo si è visto pedalare bene come mai nell’ultimo anno e mezzo. Già al Down Under ha dato qualche segnale riprendendo confidenza. Nella corsa di domenica dedicata a Cadel Evans è passato dalla difesa all’attacco, facendo la corsa come nelle esibizioni ad effetto dei primi due anni da professionista. Come a Laigueglia, a Francoforte, in Canada nelle classiche WT. La strada è ancora lunga, ma i prodromi per un Moser di nuovo ai vertici ora ci sono. E con la riscoperta di Moser, il rientro di Ulissi e le conferme di Trentin l’Italia che pedala può sognare di tornare davvero protagonista, finalmente, anche nelle classiche più importanti.

Il terzo nome da applaudire è Davide Formolo. Alla Challenge Maiorca ha pedalato alla pari con Valverde in salita, ed abbiamo visto quanto stia già andando forte il campione murciano. Dal suo passaggio al professionismo Davide non sta sbagliando un colpo, non solo grazie al talento ma anche ad un carattere e una testa da corridore vero. Quest’anno debutterà nei grandi giri, forse al Giro d’Italia, forse alla Vuelta, e c’è da scommettere che non sarà solo per imparare.