Peter Sagan alla E3 Harelbeke 2014

All’interno video e interviste a Sagan, Cancellara e Boonen – Approfittando di uno sfortunato Cancellara e di un Boonen non al meglio, Peter Sagan ha fatto sua la E3 Harelbeke 2014, il Piccolo Fiandre. Lo slovacco della Cannondale ha battuto allo sprint dopo un finale molto tattico Niki Terpstra, Geraint Thomas e Stijn Vandenbergh con cui era andato in fuga a 25 km dall’arrivo.

Una delle tante cadute della giornata
Una delle tante cadute della giornata

Gran bella corsa, come sempre nelle classiche fiamminghe, ricca di episodi e risvolti strategici interessanti. In programma ben 17 muri, con l’accoppiata Paterberg – Oude Kwaremnt. Dopo una quarantina di km si è formata una fuga con Maxime Daniel (Ag2r-La Mondiale), Jérôme Cousin (Europcar), Florian Senechal (Cofidis), Jay Thomson (MTN-Qhubeka) e Laurens De Vreese (Wanty-Groupe Gobert).

Il gruppo si è via via ridotto con il passare dei muri, aspettando il gran finale degli ultimi 40 km. Ma la vera svolta della corsa è avvenuta ancora prima del Paterberg. Una caduta ha visto coinvolto anche Fabian Cancellara. Lo svizzero ha perso parecchio tempo e davanti il gruppo non ha certo perso l’occasione per filare via dritto e tagliarlo fuori. Le squadre più forti, BMC, Omega, Sky, hanno tirato forte con la corsa ormai nel suo punto nevralgico. Cancellara ha dato via al suo show, saltando corridori come birilli lungo i muri e tirandosi dietro gruppetti su gruppetti raccolti per strada. Solo Devolder tra i compagni di squadra è riuscito a dargli una bella mano, un po’ poco per un campione come Cancellara che anche alle prossime corse dovrà fare i conti con un team non particolarmente attrezzato.

Sul podio
Sul podio

La corsa è esplosa definitivamente sull’Oude Kwaremont, dove Geraint Thomas (Sky) ha forzato trascinandosi dietro Degenkolb (Giant Shimano) e Terpstra (Omega Quickstep). La fuga della prima ora è stata raggiunta in questi frangenti, e Sagan (Cannondale) dopo aver faticato non poco sul pavè dell’Oude Kwaremont, è riuscito a rientrare. Altri corridori hanno rinfoltito il primo gruppetto, con Cancellara che è arrivato a pochi secondi dall’aggancio dopo una rimonta strepitosa. Ma Sagan ha deciso di rischiare e partire su un muretto a 25 km dall’arrivo. Una mossa parsa avventata ma che alla fine ha pagato.

Thomas e la coppia della Omega Terpstra – Vandenbergh si sono aggregati allo slovacco, mentre Degenkolb è stato fatto fuori. Cancellara ha provato un ultimo disperato assalto, ma alla fine si è dovuto arrendere nel secondo gruppetto insieme tra gli altri a Vanmarcke (Belkin) e Paolini (Katusha).

Il finale è stato molto tattico, con i quattro battistrada a studiarsi già ad una decina di km dall’arrivo. Gli Omega non sono riusciti ad approfittare della superiorità perdendo una grande occasione. Terpstra ha saltato qualche cambio, poi i due hanno provato con qualche scatto non troppo convinto, segno che le forze erano quelle che erano. E Sagan così ha avuto ragione nel finale andando a vincere alla grande, quasi per distacco con il suo solito sprint. Terpstra ha dovuto accontentarsi della seconda piazza davanti a Thomas e Vandenbergh, mentre Vanmarcke nel finale è uscito ad anticipare i resti del gruppo inseguitore per la quinta piazza.

Non si è praticamente mai visto Boonen, chiaramente non al meglio dopo le vicende familiari degli ultimi giorni. E senza il suo leader la Omega certamente è tutt’altra cosa quando il livello sale terribilmente come in questa corsa. Cancellara è andato fortissimo e l’impressione è che a Fiandre e Roubaix sarà ancora lui l’uomo da battere.

LE INTERVISTE

E' la fuga buona
E’ la fuga buona!

Peter Sagan: “Questa vittoria ad Harelbeke è molto importante per me e aver battuto la concorrenza di grandi corridori la rende ancora più speciale. Sono molto felice per me e per la squadra, che ha lavorato tantissimo per questo successo. Dopo la Milano-Sanremo ho immediatamente girato pagina. Dopo 100 km sono rimasto coinvolto in una caduta con Oscar Gatto. Ho dovuto cambiare la bici con Marangoni, l’unico che ha il mio stesso telaio. Ho però dovuto fare 40 km con misure differenti dalle mie e quando poi sono riuscito a riprendere la mia bici dall’ammiraglia, ho dovuto rincorrere. Le sensazioni non erano buonissime, solo nella seconda parte di gara sentivo che la gamba girava sempre meglio. Per vincere una classica bisogna spingere forte, avere una grande condizione e essere fortunati. Penso che Cancellara oggi non sia stato fortunato, avrebbe potuto essere con noi nel finale a giocarsi la vittoria. Nel finale non pensavo di avere molte chance di vittoria. Avevo speso tante energie a causa della caduta e sul Kwaremont mi ero pure staccato. In quel momento il mio obiettivo era solo rimanere davanti e vedere come si metteva la corsa. Sapevo che Terpstra e Thomas erano due avversari pericolosi. Solo quanto ho sprintato e ho visto che nessuno poteva passarmi ho capito di poter vincere”

Fabian Cancellara: “E’ successo questo incidente e mi sono ritrovato in mezzo. C’è voluto parecchio tempo prima di poter cambiare la ruota. Dopo ho fatto quello che potevo, non ho mollato, ma eravamo nel punto più importante della corsa. Nel complesso va bene, abbiamo visto come vano gli avversari, la squadra ha fatto un bel lavoro, è stata una giornata interessante. Sagan è molto forte, la Omega Quickstep è andata forte ma non ha vinto. Non so perchè ma Boonen e Stybar erano dietro e sembravano molto forti”

Orlando Maini, ds Lampre: “Queste sono le Classiche del Belgio, con tutti gli imprevisti e le sorprese. Ci siamo trovati a dover fronteggiare forse troppi ostacoli, che hanno condizionato una prestazione di squadra comunque un po’ lontana da quella ideale. Pozzato ha speso molte energie per rientrare in gruppo a più riprese, pur supportato bene dai compagni, però alla fine questi sforzi si pagano. Modolo è finito a terra mentre stava conducendo una prova di grande accortezza, mostrando il giusto piglio: peccato, ora i massaggiatori lavoreranno con la Tecarterapia per contrastare i postumi di una contusione al dorso. Gli incidenti fanno parte della corsa, noi dobbiamo essere bravi a metterci nelle condizioni nelle quali gli imprevisti non incidano sulla prestazione finale”.

Tom Boonen: “A La Houppe, la prima salita, dove la corsa inizia davvero, c’è stata una brutta caduta. Eravamo davanti, 15 ° posizione. Mi sono fatto male al pollice della mano destra. Eravamo lì con cinque ragazzi della squadra nella caduta. Ho capito subito che sarebbe stato un giorno molto difficile perché è lì che inizia la gara. Quindi siamo dovuti andare più veloci in salita rispetto ai primi. IAM e Trek stavano andando a tutta velocità perché c’erano un sacco di favoriti nella caduta. Quindi, siamo dovuti andare più veloci in salita e poi cercare di avere la stessa velocità in discesa, perché davanti stavano andando al 100 per cento in discesa. C’è voluto un sacco di tempo per rientrare. Ho detto a Stijn e Niki di prestare attenzione, perchè avevo un sacco di dolore alla mano. Ho cercato di fare il massimo, ma sapevo che sarebbe stato difficile, soprattutto sul pavè. Non riuscivo ad accelerare fuori sella.”

Tony Gallopin: “E’ stata una corsa molto nervosa, con tante cadute. Fino al Taaienberg non sono riuscito a stare davanti, da lì in poi è andata meglio. Nel finale stavo bene, per questo ho cercato di avvantaggiarmi. Subito dopo il Kwaremont non sono riuscito a chiudere sui fuggitivi, poi il gruppetto con Sagan se ne è andato. Abbiamo lottato per un piazzamento. La E3 mi ha dato fiducia, aspetto con curiosità quello che mi aspetta”

1 Peter Sagan (Svk) Cannondale
2 Niki Terpstra (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
3 Geraint Thomas (GBr) Team Sky
4 Stijn Vandenbergh (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
5 Sep Vanmarcke (Bel) Belkin Pro Cycling Team
6 Tony Gallopin (Fra) Lotto Belisol
7 Borut Bozic (Slo) Astana Pro Team
8 Tyler Farrar (USA) Garmin Sharp
9 Fabian Cancellara (Swi) Trek Factory Racing
10 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team.