Michael Rasmussen, nuove accuse alla Rabobank

Sei anni dopo la sua clamorosa uscita di scena in maglia gialla al Tour de France, Michael Rasmussen torna a parlare apertamente e dettagliatamente della sua storia in un libro autobiografico intitolato Febbre Gialla.

Rasmussen lancia accuse alla sua squadra di allora, la Rabobank e coinvolgendo anche corridori che sono ancora in gruppo.

Come si ricorderà Michael Rasmussen si trovò a sorpresa in maglia gialla al Tour del 2007, ma venne licenziato dalla Rabobank quando ormai aveva la vittoria in mano, per aver mentito sui suoi luoghi di allenamento. Davide Cassani raccontò durante una telecronaca di averlo incontrato sulle Dolomiti in allenamento, mentre il corridore aveva detto alla squadra di trovarsi all’estero. Da qui la convinzione della Rabobank che Rasmussen volesse nascondere qualche comportamento illecito e la decisione choc di licenziarlo mentre stava vincendo il Tour de France.

Michael Rasmussen nel suo libro racconta di non essere pentito di essere ricorso al doping. “Mi considero una delle persone più oneste nel ciclismo” racconta Rasmussen “perchè ho sollevato la questione e voglio guidare una squadra di ciclismo in futuro. Ma non voglio farlo alle condizioni in cui ho dovuto correre io. Non potrei gestire una squadra come ha fatto la Rabobank”

“La squadra era dopata al 100%, magari non tutti prendevamo gli stessi prodotti, ma ciascuno veniva rifornito dallo stesso team” continua Michael Rasmussen. Tra questi anche Pieter Weening, attualmente alla Orica GreenEdge. La squadra australiana ha chiesto a Weening una dichiarazione scritta in cui confermi di essere estraneo alle accuse.

La solita storia delle verità tirate fuori anni dopo che non servono a nessuno.