Vuelta a España 2017, Matteo Trentin splendido bis

Forse nemmeno lui alla partenza da Nîmes pensava di andare così forte in questa prima settimana e mezza. Eppure al di là degli uomini di classifica il grande protagonista della Vuelta a España 2017 fino ad oggi è stato Matteo Trentin (QuickStep Floors). Un primo squillo a Tarragona con un colpo da maestro, un secondo oggi nella decima tappa della corsa spagnola che dopo il giorno di pausa è arrivata al El Pozo nella regione di Murcia con un’altra azione tatticamente perfetta e che rilancia ancora di più le sue quotazioni in vista del prossimo Mondiale su Strada di fine settembre sulle strade di Bergen.

Vuelta a España 2017, solo Roche guadagna su Froome

Una tappa strana quella che ha segnato la ripresa della Vuelta a España 2017: per ottanta km non è successo praticamente nulla perché tutti i tentativi di fuga sono stati bloccati. Poi finalmente l’azione di diciotto uomini tra i quali Niki Terpstra e Matteo Trentin (QuickStep Floors), Alessandro De Marchi (BMC), José Rojas e Marc Soler (Movistar), Luis Leon Sanchez (Astana), Valerio Agnoli (Bahrain-Merida) e Jacques Janse Van Rensburg (Dimension Data). Tutti d’accordo sino alla salita finale sulla quale hanno attaccato Van Rensburg e poi Roson mentre dietro c’è stato il forcing della Bahrain Merida per Vincenzo Nibali che però non è riuscito a fare il vuoto. In discesa Trentin e Rojas hanno staccato tutti e nella volata a due il trentino ha avuto vita facile. Alle sue spalle unico squillo di Nicholas Roche (BMC) che ha guadagnato 29” su Chris Froome (Team Sky), sempre saldamente in maglia rossa.

Undicesima tappa, nuovo arrivo in salita alla Vuelta a España 2017

L’undicesima frazione della Vuelta 2017 è già un passaggio decisivo per la classifica finale: è la Lorca – Calar Alto (187,5 km) che per tre quarti non offre nulla ma in fondo riserva i fuochi artificiali. Per primo arriva l’Alto de Velefique, 18 chilometri di ascesa costante al 5-6%. Poi 12 chilometri di discesa e subito arriva la salita finale verso l’Osservatorio Astronomico di Calar Alto: in tutto altri 16 chilometri, i primi dieci dei quali sono duri. Poi la strada spiana prima di tornare impervia nel finale. Una salita che è più favorevole ad atleti come Nibali ma anche Fabio Aru (Astana), Froome permettendo.