Contador: Ora il Tour de France

All’interno 7 interviste: L’accusa di Landa alla Astana – Quanta fatica per Alberto Contador per portare a termine vittoriosamente questo Giro d’Italia. L’ultima tappa di montagna, quella con il Colle delle Finestre e il Sestriere, è stato il momento più difficile del Giro. E pensare che era stata proprio la Tinkoff ad imporre il ritmo per quasi tutta la giornata per non lasciar andare via la fuga: chissà, forse un bluff per far pensare gli avversari ad una giornata in cui sarebbe andato all’attacco? Ma sul Finestre è stato Landa a spaccare la corsa e trovare l’inattesa debolezza di Contador. La maglia rosa ha dovuto gestire 30 km davvero duri, tutti da solo, ma la classe, l’esperienza e la determinazione hanno tenuto il Giro dalla sua parte. E all’arrivo è già tempo di rilanciare per il Tour de France, perchè questa è solo la prima parte della sua sfida alla storia del ciclismo.

La magia del Colle delle Finestre
La magia del Colle delle Finestre

La Astana ha fatto le sue scelte, che saranno discusse e discutibili. Nonostante la superiorità di Landa, la corsa è stata impostata per Aru, oggi come in altre tappe. Pensiamo che la squadra kazaka abbia perso il Giro di quest’anno ma abbia valorizzato il suo progetto futuro. Aru è il corridore su cui la Astana sta costruendo le prossime stagioni, al pari di Nibali. Landa è probabilmente un uomo di passaggio negli schemi dei kazaki e già nel prossimo ciclomercato sarà conteso da diverse squadre e troverà un posto dove valorizzarsi. Per questo Landa è stato sacrificato nelle strategie di un Giro che probabilmente avrebbe avuto le gambe per portare a casa. Il futuro ci dirà se la Astana ha fatto le scelte giuste. Intanto Aru merita comunque un applauso grande come il Colle delle Finestre, perchè ha passato una settimana davvero difficile ma ha saputo lottare, reagire, rimanere in corsa con la testa prima che con le gambe nonostante le giornatacce passate sul Mortirolo, sul Monte Ologno e non solo. Ha dimostrato carattere oltre che classe. E alla fine proprio per questo nonostante abbia perso il Giro d’Italia, la Astana può aver fatto la scelta giusta: Aru è un corridore di classe e testa da campione, ha già un progetto ben avviato, mentre Landa sembra più un cavallo pazzo, è più da sgrezzare e costruire e dovrà dimostrare di non essere una bellissima meteora. La versione è confermata dalle dure parole di Landa a fine tappa: l’armonia in casa Astana è ormai rotta, Landa ha accusato apertamente la squadra di averlo fermato e boicottato.

Per il resto gran finale di Hesjedal, un’ultima settimana che fa venire qualche rimpianto, e bella conclusione di Uran, corridore di temperamento e determinazione come pochi.

Ecco le interviste dal Sestriere

Alberto Contador, Tinkoff Saxo: “E’ stata una giornata dura, gli Astana erano fortissimi sul Colle delle Finestre. Non avevo delle buone sensazioni, ho pagati gli sforzi fatti giorno dopo giorno. Sapevo di dover mantenere il mio passo, di non perdere la calma, e alla fine ho mantenuto la maglia rosa. Non c’è mai stato un momento in cui ho pensato che la maglia era in pericolo. Stasera ci permetteremo una buona cena, ma non dobbiamo abbassare la guardia perchè oggi stesso comincia la preparazione per il Tour de France”.

Steven De Jongh, Ds Tinkoff Saxo: “Alberto sicuramente ha creato un bello spettacolo per il pubblico, non certo per noi. Ha avuto un momento di difficoltà, e ha anche avuto dei problemi nei fuori sella sulla ghiaia. Certo, quando si è staccato anche da Aru abbiamo avuto un po’ di paura. Ma poi ci siamo resi conto in discesa che non era vuoto. Il gap si è stabilizzato, ha mangiato in discesa, gli abbiamo dato i distacchi e ha controllato il ritmo molto bene. Anche se non ha avuto una buona giornata, abbiamo visto la determinazione e l’esperienza di Alberto. Dobbiamo riconoscere che la Astana è stata la squadra più forte in montagna e oggi avevano sei corridori nel gruppo di testa sul Finestre. Ma alla fine, abbiamo la maglia rosa e tutti i nostri ragazzi possono essere davvero orgogliosi”.

Aru, è l'attacco decisivo
Aru, è l’attacco decisivo

Fabio Aru, Astana: “Non riesco a crederci, questo è un posto speciale per me perchè mi sono allenato a lungo qui. C’erano tanti tifosi per me, era come essere a casa. Abbiamo provato, specialmente con Landa che è stato molto forte. Ma tutta la Astana è stata all’altezza. Contador era in difficoltà, ma lui ha meritato di vincere il Giro d’Italia. Devo sicuramente fare più esperienza, perchè partire al Giro con la responsabilità e la pressione è diverso. Devo migliorare ancora nelle cronometro.”

Mikel Landa, Astana: “Dall’ammiraglia mi hanno detto di fermarmi. Gli è passato per la testa che potevo andare a vincere il Giro. Abbiamo visto che ci sono stati momenti in cui mi sono dovuto fermare. Avremmo dovuto provare prima e capire che Contador non stava bene, ma non abbiamo avuto coraggio ed ha vinto il migliore”.

Andrey Amador, Movistar: “Sapevano che il podio era davvero complicato, ma dobbiamo essere soddisfatti di quello che abbiamo raggiunto come nei giorni precedenti, ho seguito la stessa strategia di mantenere un ritmo costante senza spendere troppo, con la differenza che era da dare tutto, senza pensare al domani. E’ stata una giornata complicata: la partenza è stata veloce, che ha reso la tappa più dura, la salita al Finestre era difficile, con quello sterrato che anche con poca umidità ha richiesto attenzione. Sulla salita abbiamo perso tempo, ma ho avuto la fortuna di trovare Beñat Intxausti che ha fatto un ottimo lavoro. Ha tirato sempre e ha impedito a Hesjedal di guadagnare troppo. Io gli sono totalmente grato. Senza compagni non si può ottenere tutto. Il ciclismo, lo sport, la vita … sono così. A volte si arriva al punto di maturità necessario per questi successi e avere la possibilità, come quella che ho avuto in questo Giro. Per me è una grande iniezione di fiducia per il futuro. Molti non ricordano chi è arrivato quarto, ma è un passo molto importante nella mia progressione. Spero di poter continuare così, lavorando con la squadra e ottenere risultati. Questa squadra ha grandi leader come Quintana e Valverde, ma gli altri hanno sempre avuto la possibilità. L’abbiamo avuta in questo Giro e penso che abbiamo fatto bene, ma la chiave per noi è quella di lavorare con loro”.

Leopold Konig, Sky: “Alla fine essere al sesto posto iniziando come gregario per Richie Porte non è così male. Sarà il mio miglior risultato in un grande giro nella mia prima volta al Giro d’Italia. Ero un po’ preoccupato che la mia forma non fosse ancora buona, che il Giro arrivasse presto. Ma credo che mi sono dimostrato come un corridore da grandi giri. Iniziare tre grandi giri e finire nono, settimo e sesto non è male credo! Volevo finire tra i primi cinque. Questo era l’obiettivo e voglio mantenere questo obiettivo per i prossimi giri. Ma ora è importante sostenere gli altri corridori della Sky e sostenere Froomey se sarò selezionato per il Tour de France.”

Ryder Hesjedal, Cannondale Garmin: “Sono soddisfatto del mio Giro. Mi sono divertito. E’ una gara brutale. Ho vinto un paio di anni fa, poi un top 10 lo scorso anno, nonostante le battute d’arresto e poi un top five quest’anno. Mi è piaciuta molto la strada sterrata, non ho attaccato per vincere lì, ma sapevo di dover fare la mia corsa in quel tratto. Stavo ancora cercando di muovere la classifica e così è stato una specie di doppio progetto: cercare di vincere la tappa, ma anche fare quello che mi serviva per la classifica. Avevo bisogno di forzare la tappa. Alla fine era difficile vincere, ma secondo va bene in un giorno come oggi”.